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Il Monte Carmelo

«Una piccola nube, non più grande del palmo di una mano, salì dal mare. E subito il cielo si oscurò per le nubi e per il vento. La pioggia cadde a dirotto. E la siccità finì». [1Re 18,44].
Il testo sacro racconta anche che il primo a vedere la salvifica nuvoletta era stato il servo di Elia salito sul Monte Carmelo per osservare il mare. E proprio da lassù il giovane aveva visto la piccola nube che annunciava pioggia.
Il Carmelo – che significa “giardino di Dio” – s’innalza in Samaria, a trenta chilometri da Nazareth ed è uno dei luoghi più belli della Palestina. Quando lo sposo del Cantico dei Cantici (7,5) vuole esprimere la bellezza della sua sposa dice: «Caput tuum ut Carmelus», «la tua testa è bella come il Carmelo».
Isaia, per rappresentare lo splendore del futuro Messia, lo dipinge rivestito di tutte le bellezze del Carmelo, sede di giustizia e di santità. Sempre Isaia afferma: «Datus est ei decor Carmeli» (Is 35, 2). «La bellezza del Carmelo le è stata data…». E anche in questo caso, termine di quella bellezza, secondo gli antichi Padri, era la Madonna.
Sul Carmelo, Elia, perseguitato dall’eterno nemico Acab, si era nascosto in una grotta per dedicarsi alla preghiera. Attorno a quella grotta, prima e dopo di lui – come Maria anche Elia fu assunto in cielo in anima e in corpo – , si riuniranno eremiti ispirati a quel grande profeta che aveva letteralmente salvato Israele dall’ira di Dio provocata dal suo tradimento.
Col passare dei secoli, a salire sul Carmelo saranno molti eremiti cristiani, assumendo come loro ispiratore proprio il profeta Isaia. Figura che sempre di più sarà legata, per i cristiani, alla Vergine Maria, proprio in virtù dell’identificazione della Madre di Gesù con la nuvoletta salvifica citata nel libro dei Re.
Affidiamoci alla Beata Vergine del Monte Carmelo !!!
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4 Giugno 2017 , Pentecoste .

La Pentecoste è una festività mobile poiché la data dipende dalla data del giorno di Pasqua.

Infatti la domenica di Pentecoste cade 50 giorni dopo Pasqua.

Per gli ebrei la festa di Pentecoste era denominata, inizialmente, “festa della mietitura” e

“festa dei primi frutti ” .

Si festeggiava 50 giorni dopo la Pasqua ebraica e segnava l’inizio della mietitura del grano.

Successivamente il significato della Pentecoste per gli ebrei è stato quello di celebrare il giorno in cui Dio sul monte Sinai diede le tavole della legge a Mosè.

Per noi cristiani la Pentecoste trae origine dagli Atti degli Apostoli [At 2,1-11] dove troviamo la Vergine Maria con gli apostoli riuniti nel cenacolo .Essi infatti erano soliti incontrarsi in questo luogo quando erano in città [Gerusalemme].

A Gerusalemme in quei giorni erano giunti numerosi ebrei per festeggiare Pentecoste con il prescritto pellegrinaggio.

E infatti :

“Mentre stava compiendosi il giorno di Pentecoste, si trovavano tutti insieme  nello stesso luogo .

Venne all’improvviso dal cielo  un fragore , quasi  un vento che si abbatte gagliardo e riempì tutta la stanza …”

Spesso , erroneamente. diciamo che con la Pentecoste finisce il tempo di Pasqua , la

Pentecoste non è la fine del tempo di Pasqua ma è il “fine” .

Gesù muore e risorge per donarci la vita , per donarci il suo Spirito Santo .

Ricordiamo che aveva affidato ai discepoli un compito grande : “andate in tutto il mondo e portate il mio Vangelo , insegnate , battezzate …”

quei poveri uomini avranno pensato “ma come facciamo , chi ci darà la forza ?”,

i discepoli avevano paura , si sentivano piccoli per poter realizzare un’impresa così grande!

Perciò, memori della promessa di Gesù di mandare loro un altro Consolatore, lo Spirito Santo, dal quale avrebbero ricevuto forza, hanno trovato l’unica soluzione: attendere, mettendosi in preghiera. Cominciavano a capire che senza questo Spirito, non andavano da nessuna parte.

Ed ecco la Pentecoste: lo Spirito Santo si riversa su di loro, e divengono coraggiosi e intrepidi nell’annuncio della verità. Vivono un’esperienza di amore intenso, una gioia contagiosa, un “di più” che non viene di certo da loro, ma da Dio, anzi, che è Dio stesso!

Anche noi spesso ci ritroviamo a dover affrontare situazioni complicate; ci sentiamo spesso inadeguati davanti alle sfide della vita; a volte affrontiamo problemi più grandi di noi, e siamo tentati al pessimismo; facciamo poi i conti con i nostri limiti: quante volte sappiamo qual è il bene, ma ci ritroviamo a fare l’esatto opposto? Per non parlare di quante volte fatichiamo a perdonare, ad amare, e avvertiamo la nostra inadeguatezza o persino la vergogna nel testimoniare agli altri la nostra fede.

Ecco il “segreto”: pregare, invocare lo Spirito Santo! Tanti cristiani vivono la loro fede a stenti, a forza, come uno che spinge una macchina, quando gli basterebbe metterla in moto per viaggiare a tutta velocità; riscopriamo in noi il motore dello Spirito Santo, invochiamolo, lasciamoci trasformare dall’amore di Dio!

Buona festa di Pentecoste a voi tutti !!!

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Il silenzio del Sabato Santo

Il Sabato Santo la Chiesa sosta presso il sepolcro del Signore meditando la sua passione e morte.
Un clima di grande silenzio avvolge queste ore : la terra è sbigottita e tace perché il Dio che si è fatto carne è morto e con la sua morte ha svegliato coloro che da tempo dormivano.
Le parole cedono il posto allo stupore della contemplazione perché Cristo si è fatto solidale con la storia umana di tutti i tempi e porta salvezza a coloro che lo hanno atteso e hanno preparato il suo avvento.
Preghiamo :
” O croce di nostra salvezza, albero tanto glorioso, un altro non v’è nella selva, di rami e di fronde a te uguale.
Per noi dolce legno, che porti appeso il Signore del mondo”

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