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Cristo Re: un Re che si fa servo

Non sono venuto per essere servito, ma per servire. Non spezza nessuno, spezza se stesso; non versa il sangue di nessuno, versa il suo sangue; non sacrifica nessuno, sacrifica se stesso per i suoi servi.

Ecco chi è il nostro Re!

Un Re che si siede con gli ultimi , che abbraccia i peccatori , che con loro mangia e dialoga.

Un Re che si umilia e che ama di un amore incondizionato.

Cosa chiede in cambio?

«Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici».

Gesù, il nostro Re, vuole farci capire che l’amore è la nostra vita, che non c’è relazione più importane, più vera , di quella fondata sull’amore!

Ed è con amore che ci chiede di iniziare il nuovo anno liturgico, con amore dobbiamo vivere il cammino dell’Avvento , con un amore che abbracci tutti e sempre .

L’augurio più bello sia questo:

che l’amore sia con noi , che invadi e travolga la nostra vita per propagarsi a tutto il mondo !

E se aprissimo le porte a Cristo ?

Aprite le porte a Cristo.

E’ stato questo l’invito del Sommo Pontefice San Giovanni Paolo II,

e con questo “grido” ha voluto scuoterci per ammonirci e ricondurci alla vera sequela di Cristo.

Seguire Cristo …

Quante volte abbiamo letto la frase pronunciata da Gesù “Lasciate che i bambini vengano a me ,perché di essi è il Regno dei Cieli”

Gesù abbraccia i piccoli e si identifica con loro “ chi accoglie uno di questi piccoli, accoglie me”

I piccoli ,chi sono i piccoli?

Piccolo è chi viene emarginato, piccolo è la persona umile, che non si ribella, che accetta suo malgrado il non partecipare alla vita comoda ,piccolo è colui che resta in silenzio, non perché non sappia cosa dire, per dare spazio a chi pensa di meritarlo,

piccolo è chi apre il cuore a tutti senza riserva alcuna, piccolo è chi accetta la sua esistenza così come gli viene offerta.

Quanti “piccoli” conosciamo?

Quanti ne incontriamo ogni giorno?

Quanti ne accogliamo?

E’ Cristo!

Quando apriamo le porte ai piccoli le apriamo a Cristo .

Quando bussano alla nostra porta e lasciamo entrare chi sta al di là della soglia, allora gli stiamo dicendo “ecco entra nella mia casa, entra nella mia vita”.

Lo stiamo rendendo partecipe della nostra esistenza, lo facciamo accomodare offrendo ospitalità e sorrisi.

Così con Cristo.

Per aprire le porte occorre portarlo nelle nostre case, nelle nostre vite ,vivere con Lui accanto, con Lui come amico e compagno di viaggio.

Percorrendo non un tratto del nostro cammino ma l’intero nostro itinerario tracciato da Lui.

Vivere insieme la storia affinché sia storia di salvezza, di quella salvezza che vada a inondare la nostra e l’altrui vita.

Lasciamoci coinvolgere da questa accoglienza, portiamo in braccio quei piccoli che non riescono a camminare sulle loro gambe,diventiamo faro illuminante per quei piccoli che hanno smarrito la strada, cerchiamo le risposte per quei piccoli dubbiosi e infelici, diamo la nostra mano a quei piccoli che si sono fermati sentendosi stanchi e abbandonati.

Ogni volta che vivremo con questi piccoli vivremo con Cristo.

Allora spalanchiamo le porte a Cristo e portiamolo con noi sempre e ovunque .

 

14 settembre 2014 Esaltazione della Santa Croce

Tuscolo_Roma   In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo:
«Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».[Gv 3,13-17]

L’esaltazione della santa Croce ci fa conoscere un aspetto del suo cuore che solo Dio stesso poteva rivelarci: la ferita provocata dal peccato e dall’ingratitudine dell’uomo diventa fonte, non solo di una sovrabbondanza d’amore, ma anche di una nuova creazione nella gloria. Attraverso la follia della Croce, lo scandalo della sofferenza può diventare sapienza, e la gloria promessa a Gesù può essere condivisa da tutti coloro che desideravano seguirlo. La morte, la malattia, le molteplici ferite che l’uomo riceve nella carne e nel cuore, tutto questo diventa, per la piccola creatura, un’occasione per lasciarsi prendere più intensamente dalla vita stessa di Dio.
Con questa festa la Chiesa ci invita a ricevere questa sapienza divina, che Maria ha vissuto pienamente presso la Croce: la sofferenza del mondo, follia e scandalo, diventa, nel sangue di Cristo, grido d’amore e seme di gloria per ciascuno di noi.

Una serena domenica a tutti

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Il Signore mi ha liberato da ogni paura.

Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.

Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato.

Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce.

L’angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono, e li libera.
Gustate e vedete com’é buono il Signore;
beato l’uomo che in lui si rifugia.

[Salmo 33,dalla liturgia del 29 giugno 2014]