Archivio mensile:aprile 2017

Alleluia ,Alleluia,Alleluia

Anche noi siamo accorsi al sepolcro.
Anche noi siamo andati oltre la pietra.
Anche noi abbiamo visto!
Siamo chiamati a fare il passo decisivo della fede.
La risurrezione di Gesù
ci invita ad uscire dalla nostra incredulità,
a scegliere con convinzione e fiducia la via del cielo.

È Pasqua!
È il giorno della vita che più non muore,
della gioia che non ha mai fine.
È Pasqua!
È il tempo del credente che esce allo scoperto,
che testimonia la sua speranza,
che si fortifica nelle difficoltà,
che annuncia la vita nuova in Cristo risorto.

È Pasqua!
Nella Chiesa, per la Chiesa, con la Chiesa
che annuncia speranza là dove regna la disperazione,
che annuncia una forza là dove si subisce la violenza,
che annuncia il riscatto là dove vige la schiavitù.

È Pasqua!
Cristo è veramente risorto, per sempre, per tutti!
La sua risurrezione è speranza, certezza.
Diventiamo noi stessi testimoni per gli altri.
Curiamo le ferite dei nostri fratelli.

È Pasqua!

gesù_risorto_

Giovedì Santo , i sepolcri : allestimento e significato .

altare della reposizione

Chiesa Madre di Verbicaro (CS)

 

Il termine “sepolcro” viene ancora oggi utilizzato nel linguaggio popolare di alcune regioni del Sud Italia per indicare quello che, più propriamente, andrebbe definito

“altare della Reposizione” , che

corrisponde allo spazio della chiesa allestito al termina della “Missa in Cena Domini” del Giovedì Santo, destinato ad accogliere le specie eucaristiche consacrate e a conservarle sino al pomeriggio del Venerdì Santo quando, al termine della liturgia penitenziale, verranno distribuite ai fedeli per la comunione sacramentale.

Infatti

dopo la messa vespertina del Giovedì Santo non sono consentite altre celebrazioni eucaristiche sino alla notte di Pasqua, per cui per la comunione devono essere utilizzate necessariamente le particole messe da parte la sera del Giovedì.
La notte del Giovedì Santo i fedeli si recano a visitare i “sepolcri” delle Chiese addobbati e allestiti in diverso modo .
 Tra gli addobbi tipici dei sepolcri, i fiori bianchi, il vino fatto bollire con l’incenso e i semi di grano germogliati al buio che simboleggiano il passaggio dalle tenebre della morte di Gesù alla sua Resurrezione. Nell’altare vengono collocati il tavolo, simbolo del sacrificio, il pane, i 12 piatti degli Apostoli e il tabernacolo dove è collocata l’Eucarestia… tutti doni e simboli umili, rappresentativi della comunità.
Molto particolari sono le composizioni floreali fatte con i germogli dei semi di grano ma anche di altri cereali, fatti nascere immersi in una ciotola nel cotone umido e coltivati in casa al buio, ottenendo dei colori quasi irreali, bianco o verde acqua.
I semi di grano germogliati al buio simboleggiano il passaggio dalle tenebre della morte di Gesù alla sua Resurrezione.
L’altare della reposizione custodisce , quindi , il corpo e il sangue di Gesù.
La custodia è un invito a quell’adorazione singolare che segue la celebrazione della messa nella Cena del Signore: nel ricordo di quando Gesù ha consegnato l’Eucaristia alla sua Chiesa.
Per cui la visita alle chiese, dove è riposto il ss. Sacramento, deve essere un’occasione  per riflettere nel silenzio della preghiera personale sul mistero della passione, morte e risurrezione del Signore Gesù.
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Egli è stato trafitto per le nostre colpe

Ecco, il mio servo avrà successo,
sarà onorato, esaltato e innalzato grandemente.
Come molti si stupirono di lui
– tanto era sfigurato per essere d’uomo il suo aspetto
e diversa la sua forma da quella dei figli dell’uomo –,
così si meraviglieranno di lui molte nazioni;
i re davanti a lui si chiuderanno la bocca,
poiché vedranno un fatto mai a essi raccontato
e comprenderanno ciò che mai avevano udito.
Chi avrebbe creduto al nostro annuncio?
A chi sarebbe stato manifestato il braccio del Signore?

È cresciuto come un virgulto davanti a lui
e come una radice in terra arida.
Non ha apparenza né bellezza
per attirare i nostri sguardi,
non splendore per poterci piacere.
Disprezzato e reietto dagli uomini,
uomo dei dolori che ben conosce il patire,
come uno davanti al quale ci si copre la faccia;
era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima.

Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze,
si è addossato i nostri dolori;
e noi lo giudicavamo castigato,
percosso da Dio e umiliato.
Egli è stato trafitto per le nostre colpe,
schiacciato per le nostre iniquità.
Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui;
per le sue piaghe noi siamo stati guariti.

Noi tutti eravamo sperduti come un gregge,
ognuno di noi seguiva la sua strada;
il Signore fece ricadere su di lui
l’iniquità di noi tutti.
Maltrattato, si lasciò umiliare
e non aprì la sua bocca;
era come agnello condotto al macello,
come pecora muta di fronte ai suoi tosatori,
e non aprì la sua bocca.

Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo;
chi si affligge per la sua posterità?
Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi,
per la colpa del mio popolo fu percosso a morte.
Gli si diede sepoltura con gli empi,
con il ricco fu il suo tumulo,
sebbene non avesse commesso violenza
né vi fosse inganno nella sua bocca.

Ma al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori.
Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione,
vedrà una discendenza, vivrà a lungo,
si compirà per mezzo suo la volontà del Signore.
Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce
e si sazierà della sua conoscenza;
il giusto mio servo giustificherà molti,
egli si addosserà le loro iniquità.

Perciò io gli darò in premio le moltitudini,
dei potenti egli farà bottino,
perché ha spogliato se stesso fino alla morte
ed è stato annoverato fra gli empi,
mentre egli portava il peccato di molti
e intercedeva per i colpevoli .[Is 52, 13 – 53, 12]

servodelsignore